Elettromedicali
Terapia basata sull’utilizzo del laser nell’ambito della riabilitazione in ambito sportivo
Laserterapia
macchinariLa laserterapia (o terapia laser) è un tipo di elettromedicale sempre più diffuso nella riabilitazione dello sportivo. Il laser possiede una luce direzionabile: questo significa che non può essere dispersa durante la sua emissione anche se la terapia viene svolta in un ambiente aperto. Questa caratteristica permette di poter svolgere la sua azione al di fuori di un centro di fisioterapia. Perciò il macchinario per la laserterapia risulta molto pratico, soprattutto quando lo sportivo si trova in trasferta. Una delle sue applicazioni maggiori è senz’altro sulle problematiche muscolo-tendinee grazie al suo effetto antidolorifico e antinfiammatorio immediato. Il raggio laser penetra nei tessuti e provoca una risposta biochimica sulla membrana cellulare, lavorando così direttamente su muscoli, tendini e articolazioni.
Dà sollievo dal dolore
Riduce l’infiammazione
Promuove il metabolismo cellulare
Si tratta di una tecnica che ha trovato ampio utilizzo in fisioterapia e nella riabilitazione sportiva. A partire dagli anni ’90, questa terapia è stata applicata numerose volte, diventando sempre più diffusa. Oggi un sistema di laserterapia avanzato permette un rendimento fino a 25W, ovvero venti volte più potente rispetto ai primi macchinari di laserterapia.
Infatti questi nuovi laser penetrano maggiormente all’interno dei tessuti, favorendo la diminuzione del dolore e la vasodilatazione; c’è un maggiore afflusso di sostanze nutritive, aumentando la capacità rigenerativa dei tessuti e garantendo l’eliminazione dei cataboliti. I fisioterapisti si servono di questa terapia per trattare infiammazioni, artrosi, tendinopatie e lesioni muscolari.
La laserterapia viene eseguita in ambito terapeutico, soprattutto nell’ambito della riabilitazione sportiva. La sua facilità garantisce la sua funzione anche durante le trasferte sportive, poiché il fisioterapista che segue l’atleta può portare con sé il macchinario per la laserterapia.
Questa terapia prevede l’utilizzo di un laser applicato sulla parte da trattare mentre il paziente è seduto o sdraiato sul lettino; il laser, infatti, è unidirezionale e va a toccare in profondità il tessuto, provocando una leggera ondata di calore nel paziente. Di solito una seduta dura dai 10 ai 20 minuti, dove il professionista applicherà il macchinario della laserterapia sulla zona richiesta.
La laserterapia a scopo fisioterapico svolge una triplice funzione: aiuta a ridurre l’infiammazione in seguito al trauma, dà sollievo al dolore e contribuisce a garantire la rigenerazione tissutale.
Ma in particolare permette di trattare le seguenti patologie:
Il professionista può decidere se è il caso di inserire la laserterapia all’interno di una terapia riabilitativa in seguito alla rimozione di apparecchi gessati, o in seguito a interventi chirurgici. Il laser ha la facoltà di non provocare alcun dolore, se non una lieve sensazione di calore e di formicolio quando agisce nella zona interessata. Alla fine del trattamento si può tornare a prendere le normali attività, facendo però bene attenzione a non esporre al sole la parte del corpo sottoposta alla terapia al laser.
Non è scontato che la laserterapia sia un tipo di soluzione adatta a chiunque. Esistono infatti alcune categorie di persone che possono avere alcune problematiche se questa terapia viene eseguita su di loro.
Le donne in gravidanza e i portatori di pacemaker rientrano ad esempio all’interno di questo gruppo. Ma non solo. I pazienti affetti da epilessia devono evitare questo tipo di terapia perché la luce pulsata rischia di innescare una crisi epilettica. Nei casi dei pazienti affetti da cancro, invece, la laserterapia può essere presa in considerazione per donare un sollievo palliativo, ma per i pazienti oncologici non può essere utilizzata per trattare la malattia.
Inoltre è importante non puntare la luce del laser direttamente negli occhi poiché c’è il rischio di ferirsi: infatti è obbligatorio indossare occhiali di sicurezza durante la terapia, così da impedire che la luce possa interferire nella seduta e infastidire il medico e il paziente.