Curare la pubalgia: l’intervento fisioterapico
La pubalgia ti fa impazzire? La fisioterapia può aiutarti a curarla!
Cos'è la pubalgia?
La pubalgia viene genericamente definita come una sindrome dolorosa della regione inguino-pubica, causata da una patologia da sovraccarico con sintomi localizzati a livello del pube e irradiati verso gli adduttori, gli addominali e le arcate crurali a seconda della gravità. È una mioentesite (infiammazione muscolo-tendinea) che interessa i punti di inserzione sull’osso pubico di diversi muscoli: adduttori, pettineo, piramidale, retti addominali, obliqui addominali e trasversi addominali.
Essendo una problematica molto diffusa tra gli sportici, è già stata oggetto di nostra trattazione e puoi trovare un'introduzione su cause sintomi e cura della pubalgia qui.
Colpisce prevalentemente e quasi esclusivamente atleti di sesso maschile, con una casistica sportiva internazionale che riferisce un'incidenza media nei vari sport dal 5 al 15% della totalità degli infortuni. I calciatori, tennisti, rugbisti e podisti sono le categorie sportive più colpite a causa dei pattern motori sport specifici che causano intensi carichi di lavoro a livello del bacino.
La pubalgia rappresenta una condizione molto invalidante per lo sportivo, costringendolo a un lungo riposo senza allenamento e gare, e molto spesso è un problema per il terapeuta poiché all'evidenza esistono differenti forme di pubalgia. La diagnosi differenziale è molto vasta ed è solo una constatazione clinica. Secondo Jarvinen (1997) è possibile identificare 72 cause di pubalgia:
- problematiche tendinee;
- muscolari;
- ossee;
- articolari;
- borsiti;
- intrappolamenti nervosi.
Ma anche:
- patologie infettive
- tumorali
- patologie d'organo
Inoltre dovrà essere distinto tra pubalgia traumatica e pubalgia cronica:
- pubalgia traumatica: è conseguenza di traumi diretti o indiretti della sinfisi pubica che si verificano in tre modalità: con una sollecitazione di taglio sulla sinfisi pubica (ricaduta da un salto ad esempio), con un allungamento passivo eccessivo o con una improvvisa massimale contrazione degli adduttori;
- pubalgia cronica: il pube risulta “colpito” da uno schema disfunzionale del pattern motorio. Spesso è l'evolversi di una pubalgia traumatica non trattata in modo corretto o protratta nel tempo.
Sottovalutare o trascurare la pubalgia è un errore; senza un intervento tempestivo è molto probabile che la patologia infatti cronicizzi. Il riposo, fondamentale, è parte essenziale del trattamento ed è di durata diversa in relazione all'acuità della pubalgia: si può arrivare fino a qualche mese di assoluta assenza da gare e allenamenti tecnico-specifici. Il periodo di riposo è necessario per poter eseguire una batteria di terapie per la totale remissione della sintomatologia.
La cura della pubalgia
Esistono due modalità principali di approccio alla pubalgia.
Quello Conservativo, che comprende chinesiterapia e fisioterapia:
- terapia manuale
- riequilibrio posturale
- stretching e potenziamento muscolare
- revisione dei pattern motori tecnico-specifici
- diatermia
- laserterapia
- ipertermia
- onde d'urto
- ionoforesi
- mesoterapia
Quello chirurgico:
- correzione dello squilibrio di forza sulla sinfisi pubica
- detensione dei muscoli adduttori
- ritensionamento dei muscoli addominali
- intervento di pulizia del tendine interessato
La modalità conservativa è quella che offre i migliori risultati, mentre la terapia chirurgica dovrebbe essere prerogativa solo dei pazienti che non hanno ottenuto nessun risultato con la terapia conservativa della durata di almeno tre mesi (Moyen e coll., 1993; Christel e coll., 1996), ed essendo comunque invasiva, mette in pericolo la futura possibilità prestazionale dell'atleta.
Intervento fisioterapico sulla pubalgia
Il trattamento manuale della pubalgia prevede innanzitutto una valutazione della meccanica articolare del bacino e soprattutto della sinfisi pubica per il recupero di una corretta mobilità articolare, coadiuvata da esercizi di stretching di propriocettiva, ma anche di recupero di forza muscolare e soprattutto del core stability. In aggiunta la tecarterapia in primis, ma anche onde d'urto,laserterapia, ionoforesi o mesoterapia, ne accelerano la risoluzione dello stato infiammatorio, diminuendo anche il frequente rischio di recidiva.
Terapia manuale:
- decoattazione sinfisi pubica
- allungamento dell'ileopsoas
- allungamento del piriforme
- allungamento quadrato dei lombi
Esercizi Stretching:
- adduttori
- quadrato dei lombi
- ischioperoneotibiali
Esercizi propriocettivi con apposite pedane in appoggio monopodalico e/o bipodalico.
Rinforzo e ricondizionamento della muscolatura:
- adduttori
- addominali
- core stability
Successivamente un intervento di riequilibrio posturale e una eventuale correzione dei pattern motori sportivi, sono necessari per eliminare nuovi sovraccarichi e nuovi infortuni.
Prevenzione della pubalgia
È quasi impossibile definire delle linea guida per la prevenzione della pubalgia, viste le diverse cause scatenanti. Sicuramente il riposo dello sportivo e la limitazione di tutte le attività che evocano dolore o fastidio è una “condicio sine qua non”.
Alcune regole generali possono aiutare comunque:
- lavoro propriocettivo
- miglioramento della sensibilità dei muscoli stabilizzatori del bacino e della colonna
- periodico rinforzo della muscolatura addominale e degli ischioperoneotibiali
- continuo lavoro di stretching della catena posteriore
- effettuare sempre un programma di riscaldamento pre-gara o pre-allenamento.
Nel caso in cui si presentino segni e sintomi che possono far presupporre ad una sindrome pubalgica, è necessario rivolgersi prima possibile ad un professionista, medico o fisioterapista.