Il tennis è fatto da passione, impegno e determinazione, ma chi lo pratica corre anche dei rischi. Scopriamo gli infortuni più comuni e come evitarli
Gli infortuni più comuni del tennis
Il
tennis è uno degli sport più diffusi: viene giocato in tutte le classi sociali, a tutte le età, indipendentemente dal livello di gioco, in tutte le stagioni e su diverse superfici (come sabbia, erba, terra rossa, cemento, sintetico e moquette).
A differenza di molti sport, la durata del gioco effettivo durante una partita
non è determinata da nessun limite di tempo, per cui le partite possono durare per diverse ore, richiedendo centinaia di esplosioni di energia brevi ed immediate (Kovacs MS, 2006).
Il
tennis necessità principalmente della
condizione fisica (forza esplosiva, resistenza, velocità, agilità), unita a coordinazione, abilità tattico-cognitive, sensibilità della palla e una buona tecnica nel “colpo”, ma la forza mentale è di cruciale importanza per diventare un tennista di un certo livello.
Non essendo uno sport di contatto, non è considerato uno degli sport rischiosi. I requisiti aerobici e anaerobici del tennis, combinati con la varietà dei colpi, si traducono in un profilo unico di
infortuni (Pluim BM, et al. 2006). I continui cambi di direzione, gli sprint veloci ed improvvisi, i movimenti bruschi di arresto e ripartenza e i colpi ripetuti provocano infortuni acuti e/o lesioni e disturbi cronici: a seconda degli studi, la probabilità di lesioni è compresa tra 0,04 e 3 lesioni per 1000 ore di gioco. Diversi studi hanno concluso che
l'estremità inferiore è la zona più frequentemente infortunata (dal 39% al 65%), seguita dall'arto superiore (dal 24% al 46%) e infine dal tronco (dal 8% al 22%) e per ultima la testa.
Gli infortuni più comuni del tennis: le parti del corpo coinvolte
L'incidenza degli infortuni con lesioni acute per zone corporee:
- arti inferiori (56,0% M 49,6% F 66,8%)
- arto superiore (26,4% M 31,3% F 18,0%)
- tronco (13,3% M 14,6% F 11,1%)
- testa (1,2% M 1,3% F 1,2%)
L'incidenza delle lesioni croniche per zone corporee:
- arto superiore (62,8% M 64,0% F 61,5%)
- tronco (20,3% M 20,9% F 19,7%)
- arto inferiore (16,4% M 14,7% F 18,0%)
L'incidenza infortuni con lesioni acute per segmenti corporei:
- caviglia (29,8% M 27,9 F 33,0)
- coscia (13,1% M 9,3 F 19,4)
- spalla (12,5% M 16,8 F 5,3)
- colonna vertebrale (8,2% M 9,5 F 5,8)
- polso (7,5% M 7,5 F 7,4)
- ginocchio (5,5% M 2,7 F 8,3)
- addome (5,1% M 5,0 F 5,3)
L'incidenza delle lesioni croniche per segmenti corporei:
- spalla (25,2% M 28,0% F 22,1%)
- colonna vertebrale (20,3% M 20,9% F 19,7%)
- polso (18,0% M 12,1% F 23,8%)
- gomito (14,3% M 23,9% F 15,6%)
- ginocchio (8,7% M 7,5% F 9,8%)
- caviglia (5,4% M 4,2% F 6,6%)
- gamba (1,4% M 1,3% F 1,6)
Gli infortuni più comuni del tennis: quali sono
Come negli altri sport aerei, il
tennis sottopone a grandi carichi le articolazioni dei giocatori (Eygendaal D, et al.2007), producendo forze sovra-fisiologiche alla spalla e al gomito centinaia di volte per partita, forze che sono incrementate anche dall'alta velocità della palla e dalla posizione della racchetta.
Questo è uno dei motivi per cui gli
infortuni dovuti a lesioni croniche coinvolgono solitamente l'estremità superiore mentre le
lesioni acute tendono a colpire gli arti inferiori. Le patologie più comunemente riscontrate negli arti superiori:
- lesione della cuffia dei rotatori,
- sindrome da conflitto (impigement),
- lacerazione antero-posteriore del labbro glenoideo superiore (SLAP),
- epicondilite del gomito.
Le lesioni legamentose, muscolari e tendinee sono lesioni di media entità (8-28 gg) in più della metà dei casi, mentre gli
infortuni gravi (1-6 mesi) si verificano principalmente come lesioni tendinee (28,7%), seguite da lesioni ai legamenti (19,0%) e lesioni muscolari (11,4%).
Queste ultimi sono in larga misura (35,1%) lesioni lievi (1-7 gg). Al contrario, la proporzione tra lesioni lievi dei legamenti e dei tendini è molto più bassa.
Confrontando la gravità delle lesioni in base alle regioni specifiche del corpo (caviglia, coscia, ginocchio, polso, gomito, spalla, schiena), sono stati trovati i seguenti risultati:
- In tutte le regioni del corpo eccetto l'articolazione del ginocchio, le lesioni moderate si verificano in oltre il 50% dei casi;
- La maggior parte delle lesioni a lungo termine (20,8%) sono registrate all'articolazione del ginocchio;
- Lesioni gravi sono state riscontrate al polso (27,3%), gomito (25,0%), spalla (23,1%), ginocchio (20,8%) e caviglia (19,3%).
Gli infrtuni più comuni del tennis: le cause
Il
servizio è il colpo più “gravoso” nel tennis: il picco più alto dell'attività muscolare nella spalla e nell'avambraccio si verifica durante questo pattern motorio (van der Hoeven H, Kibler WB, 2006).
Il pattern motorio e le forze ad esso collegate dalla catena cinetica iniziano nei segmenti motori dei piedi e delle ginocchia, proseguono propagandosi dall'estremità inferiore attraverso il core (tronco / schiena) alla spalla e al gomito, per terminare al polso, alla mano ed infine alla racchetta.
É stato calcolato che il pattern motorio di gamba-anca-tronco produce il 51% dell'energia cinetica totale (Kibler WB, 1995).
Una singola disfunzione motoria in un dato punto/momento di questa catena cinetica può provocare lesioni nella stessa zona o manifestarsi come un infortunio anche a distanza. Analizzando il carico delle spalle e del gomito tra i giocatori d'élite ai Giochi Olimpici del 2000, uno studio ha evidenziato che quando la velocità di servizio aumenta, il carico della spalla e del gomito aumenta proporzionalmente. Tuttavia, i giocatori con una flesso-estensione del ginocchio più efficace durante il movimento del servizio subiscono carichi inferiori nell'arto superiore, in particolare nel carico in valgismo sul gomito e nello stress della spalla anteriormente.
Gli infortuni più comuni del tennis: la prevenzione
Per ridurre al minimo il carico su ciascuna articolazione, un giocatore deve fare un uso efficiente della catena cinetica, in particolare su colpi di potenza come il servizio, smash e i colpi da terra. Può essere utile per gli esercizi di condizionamento e rafforzamento specifici degli importanti segmenti muscolari, aiutando così a integrare il core ed il pattern motorio per garantire una competizione senza infortuni (Kibler WB et al., 2004).
Questi esercizi includono ad esempio:
- lo squat per rafforzare la gamba, per reclutare la forza e per assorbire i sovraccarichi;
- rotazioni del tronco;
- stabilizzazione del cingolo scapolare;
- co-contrazioni di spalle e polsi.
A livello di
prevenzione inoltre la scelta dell'attrezzatura è rilevante: ad esempio una racchetta troppo pesante ha circa l'8% di probabilità in più di provocare un infortunio di natura cronica sui
tendini, così come una “incordatura” lenta (10%) o il tipo di corda di ultima generazione (-24%). La presenza o meno di un “ammortizzatore” antivibrazione sulle corde della racchetta riduce la possibilità di un infortunio cronico del 7%.
La fascia di età con maggiore predisposizione a patologie croniche è risultata essere quella tra 20 e 30 anni (8% in più), senza una correlazione tra i livelli di gioco, tranne un lieve aumento nei giocatori professionisti (2% in più) e con un volume di allenamento/partita superiore alle 10 ore settimanali (2,5% in più).
Infine un programma di riscaldamento inferiore ai 10 minuti aumenta la probabilità di un infortunio di 3 volte nelle donne e del doppio negli uomini, quindi tanto riscaldamento e tanto allenamento sono fondamentali, se necessario anche potenziati dall'utilizzo di
pesi.