Quali sono i distretti articolari a maggior rischio di piccoli infortuni per un pallavolista? Quali i rimedi che si possono mettere in pratica per prevenire un trauma? A queste domande
risponde il dottor Tonino Cianfoni, fisioterapista da 32 anni, che
ha fatto parte dei team nazionali di vari sport e seguito
atleti top level di diverse discipline che spiega quale possono essere le contromisure che può mettere in atto un giocatore di volley.
“Sono due i distretti articolari maggiormente interessati da bendaggi per chi pratica la pallavolo:
mani e caviglie”, esordisce il dottor Cianfoni. Questi i ‘punti deboli’ di un pallavolista perché “la parte terminale dell’arto superiore è chiaramente ‘l’attrezzo’ più sottoposto a sollecitazioni dai diversi fondamentali (battute, schiacciate e muro nda).
E poi c’è la caviglia che pone la pallavolo al terzo posto tra gli sport di squadra per incidenza di distorsioni dopo basket e calcio con un’incidenza del 13-14%”, spiega il fisioterapista.
Per prevenire un infortunio o accelerare un recupero diventa dunque molto importante una corretta fasciatura delle articolazioni a rischio.
Bendaggi per le caviglie
“Per quanto riguarda la caviglia i bendaggi possono essere sia preventivi che terapeutici. Per una fasciatura preventiva si possono usare prodotti come
Tensoban, Strappal e Tensoplast mentre nel bendaggio terapeutico i prodotti indicati sono Tensoban, Tensoplast, Strappal (utilizzando una tecnica di bendaggio terapeutico) e
Coplus.
I bendaggi funzionali possono considerarsi supporti molli e deformabili che hanno la proprietà di proteggere le strutture capsulo-legamentose e muscolo tendineo.
Questo tipo di fasciatura – dice il dottor Cianfoni - trova applicazione per le sue peculiari caratteristiche di prevenzione, cura e riabilitazione nei traumi da sport di lieve intensità, considerato di grado 0 e 1.
Per gradi di lesione ‘0’ si intende quando è presente una modesta tumefazione e un piccolo ematoma sul
malleolo esterno, c’è una dolenza pre-malleolare laterale ma non sono presenti rotture dei legamenti.
Per gradi di lesione ‘1’ invece si intende quando è presente una tumefazione laterale crepitante con la formazione di un ematoma, dolore peroneo-tibiale e rottura isolata del p.a.a” (l’ematoma che si forma non è altro che la rottura della arteriola peroneale). Questo tipo di lesioni si possono trattare, ad esempio, con “un bendaggio elastico come il Tensoplast a più ancoraggi posti sul retropiede allo scopo di valgizzare il tarso: la benda va fatta girare dall’interno verso l’esterno per non andare a comprimere il nervo safeno e il nervo muscolo cutaneo”. Per quanto riguarda i tempi di recupero “questo bendaggio si fa per due giorni con riposo relativo e concessione della ripresa sportiva alla quarta giornata”.
C’è poi anche la possibilità di un trattamento con “
bendaggio anelastico, utilizzando Strappal, con chiusura completa o limitata sul dorso del piede. Per realizzarlo, dopo aver preparato la cute con la lametta da trictomia, dobbiamo mettere in posizione agamatica la caviglia, il piede va tenuto ad angolo retto rispetto alla gamba: questo tipo di bendaggio deve lasciare libero il decorso del tendine di Achille e si deve ancorare bene sui malleoli sia peronale che tibiale, ricordandosi sempre di partire dal malleolo mediale verso il laterale per non comprimere il nervo safeno e il muscolo cutaneo”, aggiunge il dottor Cianfoni.
Bendaggi per le mani
Oltre alla caviglia, particolarmente importante nella pallavolo è la fasciatura della mano. “In questo caso ad esempio per ciò che riguarda il bendaggio del pollice con Strappal, va ancorato alla regione metacarpale così da limitarne l’abduzione del pollice.
Più in generale per le
dita può essere fatto un bendaggio con l’
immobilizzazione del dito leso (ad esempio nel caso di
dito insaccato)
, utilizzando un dito vicino, in questo caso la fasciatura viene fatta ancorando il dito leso con quello vicino e tra le due è necessario inserire un’imbottitura. A questo punto le dita vengono avvolte entrambe da due mezze strisce di nastro. Bisogna ricordare che non devono essere fatte chiusure di nastro circolari: vanno infatti usate mezze strisce applicate sovrapposte perché evitano il cosiddetto effetto ‘laccio emostatico’ – prosegue il dottor Cianfoni.
Per quanto riguarda il dito medio è bene sempre ricordare che il bendaggio comincia con l’ancoraggio di una striscia circolare al polso e con piccola striscia di ancoraggio sulla falange distale, poi due strisce di ancoraggio che vanno dal dito al polso e quindi vengono nuovamente fissate. A seconda di quello si vuole più o meno bloccare, basta aumentare i vari ancoraggi di fissaggio.
Un altro tipo di bendaggio è quello di
sostegno di un singolo dito. Applicando una striscia di ancoraggio distale e una prossimale, una briglia radiale e una ulnare che va da distale a prossimale. Il bendaggio termina con l’applicazione di due strisce di fissaggio semicircolari, dalla regione palmare a quella ulnare e altre due nella direzione opposta, conclude il dottor Cianfoni.